I Cannoni
Una volta, durante l'estate, i coltivatori temevano soprattutto i temporali. Non era raro infatti che questi violenti fenomeni atmosferici si manifessero con una furia devastante. La grandine era in grado di rovinare interi raccolti in pochi minuti. Alcune testimonianze di persone che erano bambine negli anni 50, raccontano che gli anziani, durante i temporali più violenti mettevano davanti alla porta di casa i ferri del camino a forma di croce per chiedere clemenza a Dio. I vigneti e i frutteti colpiti potevano produrre poco o niente e questo rappresentava un vero e proprio dramma per le famiglie. Per cercare di difendersi in un'epoca in cui non estevano le reti di protezione, alcuni contadini si erano dotati del "Cannone". In realtà non si trattava di una vera e propria arma che sparava proiettili, bensì di un cilindro per sparare in aria dei razzi esplosivi (simili ai fuochi d'artificio). Questi razzi, che contenevano nitrato d'argento, venivano inseriti nel "cannone" puntato verso le nuvole e sparati verso quelle più minacciose per provocare quanto prima la pioggia e quindi evitare che si trasformasse in grandine. I campi di villa Wallner erano difesi anch'essi da un "cannone", che però non sparava razzi, bensì delle vere e proprie onde d'urto dirette verso le nuvole per rompere i chicchi di grandine. Questo sistema era decisamente all'avanguardia perché dotato di un radar e di una strumentazione adeguata che permetteva di attivarsi automaticamente all'arrivo del temporale, senza l'intervento umano. Questo sistema di protezione è rimasto in uso fino ai primi anni 90.
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