Le Curve del Grogia
Una volta lasciato Pozzo in direzione Raldon, dopo il capitello la strada fa due curve in una specie di "S". Quelle sono le così dette curve del "Grògia". Secondo quanto si racconta, il Grògia era un furfante ucciso in un agguato, tesogli dalle forze dell'ordine, proprio vicino a quelle due curve. Per scendere un po' più nei dettagli*, quel poco che si sa di lui è che nacque in un paese nei pressi di L'Aquila e che poi si trasferì con la famiglia a San Michele Extra. Qui entrò a far parte della "Banda del Monchetto" e iniziò la sua attività di ladro rubando le merci dai treni in sosta a Porta Vescovo, diventando quindi alquanto famoso. Si racconta che il giorno della sua morte, attraversò l'adige al porto diretto a Raldon per curare i suoi affari e dove alcuni sostengono che avesse una donna. Si recò all'osteria di "Terio" (allora situata alla Madonnina tra la macelleria di Caprini e l'attuale bar Meridiana) per mangiare qualcosa e una volta uscito rubò una bici e partì. Qualcuno però lo riconobbe e informò i carabinieri della sua presenza in paese. Due di essi, quindi, si recarono sulla strada che porta a Raldon e si nascosero nell'erba attendendo l'arrivo del bandito. Quando arrivò sulla strada, gli fu intimato l'alt, ma egli, dopo aver finto di arrendersi, riuscì a estrarre un'arma nascosta e a sparare. Dalla colluttazione che ne seguì il Grògia perse la vita e i due carabinieri feriti vennero successivamente premiati per il loro eroismo nell'aver fermato un così pericoloso criminale a rischio della vita. * Data la delicatezza dell'argomento, è bene precisare che queste informazioni non sono supportate da una documentazione cartacea e vanno quindi prese con le pinze. Derivano infatti dalla memoria di alcune persone anziane che, vivendo a San Giovanni Lupatoto in quegli anni, hanno sentito questi racconti. Che il Grògia sia realmente esistito non ci sono dubbi, ma i fatti che si raccontano potrebbero essere stati ingigantiti o alterati dal passare del tempo.
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